Ebbene sì. Tra chi non ci crederà e chi, invece, resterà deluso, mi sono visto la seconda stagione del cartone animato Dinofroz (e ciò fa presumere che abbia visto anche la prima). E sapete qual è la cosa peggiore? Che la prima stagione, seppur leggermente sotto la sufficienza, era riuscita a piacermi, e il finale aperto mi aveva invogliato a guardare il seguito Dragon's Revenge.
Mi ritrovo qui, quindi, a recensire questa opera targata Mondo TV con alla regia Orlando Corradi, dopo la faticosa visione di 26 episodi.
Avete letto bene: la stessa Mondo TV che ha realizzato gli indimenticabili (ma non nel senso buono) film sul Titanic in cui era presente il tentacolo dal muso canino che gioca a tiro con l'iceberg, più altri film con trame altamente discutibili per la loro inverosimiglianza; e alla regia di molti di essi abbiamo sempre avuto Corradi.
Per nostra fortuna, anche se come cartone non tiene mai un profilo alto, Dinofroz è ben lontano dall'essere paragonato a loro sul piano della banalità e dell'insulso, quasi come se l'azienda stesse cercando di distaccarsi dal loro infamato passato (riuscendoci forse del tutto).
Ci sarebbe da dire anche che non tutta la farina del sacco della Mondo TV ha un cattivo sapore, ma quello è un altro discorso.
Terminate le introduzioni, passiamo quindi a recensire la seconda stagione dei ghiaccioli al gusto di dinosauro (battuta rielaborata di Mrmassy 81, lo ammetto).
(Attenzione, da qui in avanti potrebbero esserci spoiler)
TRAMA: La storia parla di quattro ragazzi di 12/14 anni (almeno per come li vedo io): Tom Carter (soprannominato capo, poiché considerato da tutti il leader), appassionato dei roller e dinofroz del T-rex. Bob (soprannominato testone), potenziale pasticciere amante dello skateboard e dinofroz del triceratopo. Eric (soprannominato smilzo per la sua evidente magrezza), ciclista e abile informatico, dinofroz dello pteranodonte. Infine abbiamo John (soprannominato coso), atleta da circo amante della corsa e delle arrampicate, dinofroz dello smilodonte (che non è propriamente un dinosauro, ma son dettagli).
Coinvolti in una spedizione del padre di Tom, James, assieme al criptozoologo Walt Stroker e il figlio Will, coetaneo dei Dinofroz, il gruppo si ritrova ad attraversare a loro insaputa un gate temporale che li ricondurrà nel passato, all'epoca in cui ancora esistevano i draghi, allora razza dominante e acerrimi nemici degli umani, nonché dei Dinofroz dalla precedente stagione.
Introdotta la trama a grandi linee, essa può far pensare molti di quelli che si approcciano ad essa per la prima volta che il cartone non sia altro che un susseguirsi di battaglie casuali e preimpostati schemi scopiazzati per ogni episodio, come si potrebbe vedere ad esempio in Doraemon. Nel caso di Dinofroz, lo dico, si tratterebbe di un pregiudizio piuttosto diretto. Certo, ogni episodio può sembrare realizzato con lo stampino, all'apparenza, ma ci si rende presto conto che questa non è che una piccola illusione, poiché di sottofondo si sviluppa una trama anche piuttosto intricata, che sviluppa molti punti interrogativi e sotto trame capaci di influenzare pure la trama principale stessa, come se si stesse assistendo alla visione di un Evangelion, solo dedicato ad un pubblico meno maturo (e, parere personale, senza figure irritanti come Asuka e Rei Ayanami). Molte domande trovano risposte, mentre altre verranno lasciate in sospeso per premessa di una futura terza stagione.
La trama stessa ha anche influenzato alcuni cambi di rotta per cercare di dare alla serie un'impronta meno commerciale e più credibile nel suo insieme. Per spiegarmi meglio: per chi non avesse visto la prima stagione, i quattro protagonisti viaggiano nel passato usando come portale una plancia da gioco (suona strano, lo so), trovata dal padre di Tom durante uno dei suoi scavi da archeologo (ancora più strano), e chi vince ad una veloce partita con gli spinrock, trottole azionate da fili molto simili ai beyblade, si aggiudicherà il diritto di fare da master, ossia colui che ha il compito di controllare la plancia da gioco e aiutare i compagni tornati nel passato fornendo loro dei potenziamenti tramite delle carte durante quella “partita”. Ad aggiungersi a questa strana macedonia di Dungeons e Dragons et simili, lo spinrock è anche un oggetto che, roteando a gran velocità, accumula potere e permettere ai Dinofroz di trasformarsi assumendo le loro rispettive forme dinosauresche. Questi elementi della prima stagione le donavano un aspetto alquanto bislacco e impossibile da prendere sul serio, ma il cambio di rotta citato poco fa ha fatto si che essi venissero stroncati in favore di qualcosa di maggiormente fattibile e la cui presenza trova una propria giustificazione. Gli spinrock vengono sostituiti dal Dinowatch, un bracciale multitecnologico capace di trasformare chi lo indossa in più dinosauri utilizzando un principio simile a quello dell'Omnitrix di Ben 10, anche se tale oggetto può essere usato solo da Tom, poiché nella precedente stagione era “il predestinato”. Scelta saggia tuttavia, da parte degli autori, è stata quella di affidare nuovi ruoli anche agli altri personaggi, trovando per loro il modo di essere di supporto e utili ai fini della trama senza farli cadere nel dimenticatoio in modo del tutto casuale, facendo si che possano pure fornire supporti a Tom nelle sue battaglie. Questi nuovi ruoli a loro affidati hanno come elemento di propulsione comune il Jurassic truck, un corazzato cingolato dal design che richiama l'aspetto di un dinosauro capace di abbattere e catturare draghi, facente parte di quegli elementi che trovano motivo della loro presenza all'interno della serie, al contrario degli spinrock e la plancia da gioco precedentemente menzionati.
Non mi soffermerò troppo su alcune domande che non hanno trovato risposta nel corso di tutte e 26 le puntate, data la possibilità di una futura terza stagione (in cui spero davvero chiudano la questione su ogni cosa), ma l'onestà mi porta ad evidenziare alcuni buchi di logica imbarazzanti, come persone che riescono a parlarsi a telefono o in videochiamata in due epoche differenti, oppure dei draghi che vengono descritti come creature alte dai 12 ai 18 metri il cui peso si aggira solo attorno alle 2 tonnellate: un elefante di 3,5 metri al garrese pesa più di loro, praticamente. Possono sembrare dettagli superflui, ma ciò rappresenta una certa mancanza di attenzione e cura nei dettagli.
ANIMAZIONE: Sfortunatamente, delle tipologie di animazione che non apprezzo, Dinofroz utilizza una di esse. I vari modelli si muovono con una fluidità che varia dall'essere rigida a veloce a seconda delle scene, senza trovare un reale punto di saldo equilibrio. Per i draghi assistiamo a deformazioni mandibolari che creano l'impressione che essi siano privi di scheletro o qualsivoglia muscolo. Non mancano nemmeno errori di costruzione come non se ne vedevano ai tempi della prima stagione di MLP, da mandibole che si moltiplicano, occhi strabici, mani che contano sei dita oppure che sembrano soggette ai peggiori bug di Assassin's Creed – Unity. A tutto questo si uniscono animazioni ripetute a più riprese pure per intere sequenze, e delle volte specchiate, a gestualità anch'esse ripetute e inserite a forza. Al momento, non ci siamo.
PERSONAGGI e ANTAGONISTI: Forse uno degli aspetti che meglio ho apprezzato del cartone. I quattro protagonisti presentano ciascuno un design caratteristico e unico nella morfologia e nella scelta dei colori ben abbinati tra loro, anche se a Tom andava maggiormente contenuto il tono muscolare di braccia e torace, visto che lo fanno apparire come un atleta olimpico con le fattezze naniche, ma nulla di troppo grave. Appaiono ben caratterizzati e nonostante l'affinità che li lega non rappresentano un modello di amicizia irreale e perfetta in tutto, dove non esistono momenti di screzio o divergenze, senza inciampare tuttavia nel cliché del litigio con conseguente frammentazione della compagnia.
La mia approvazione va anche per uno degli antagonisti: Walt Stroker. Senza essere all'inizio presentato come tale, tale antagonista, sebbene agisca nel torto, non fa la figura dello strawman come in molte altre serie dedicate ai bambini, nonostante si assista ad una sua continua ricaduta morale dettata dal suo desiderio di potere. Nella rete delle sue malefatte viene intrappolato pure il figlio Will, con il quale cerca di apparire come un padre premuroso, ma non tiene mai conto in verità di quelli che sono i suoi bisogni e desideri, cercando di indottrinargli le idee dell'antica famiglia dalla quale discendono e trattandolo come una mera cavia per le sue ricerche, nonché pedina per i suoi scopi; e tutto senza un briciolo di risentimento personale.
I draghi di per sé non sono proprio tutti un fiore all'occhiello di una veste dalla modesta eleganza (che metaforicamente rappresenta il cartone), ma alcuni hanno saputo convincermi nel loro aspetto e potenzialità, e potrebbe esserci stata anche per alcuni di loro qualche ispirazione derivante da altri franchise, e se è così sta' a noi indovinare.
Ciò che veramente andava rivisto era l'aspetto di due delle trasformazioni di Tom, ossia T-rex e Velociraptor, dotati di zampe posteriori alquanto abnormi, confrontate col resto del corpo.
INTRATTENIMENTO: Essendo per l'appunto un cartone animato dove le battaglie fanno da fulcro all'intera trama, è essenziale renderle il più avvincenti ed esaltanti possibili; per gli standard concessi, ovviamente. Forse agli occhi di un bambino possono apparire godibili al pari della battaglia di King Kong contro i tre Vastatosaurus, ma io le trovai faticose da seguire, complice un susseguirsi di scambi di battute dopo ogni colpo inferto che, per carità, alcune le trovai divertenti e ben contestualizzate, non lo nego, ma visto il modo in cui sono state piazzate prolungano in modo esasperato la durata degli scontri, riducendone drasticamente la godibilità. Aiuta però il fatto che i nostri Dinofroz non vengono elevati ad esseri onnipotenti o invincibili, e a riprova di ciò le missioni per loro cresceranno man mano di difficoltà e spesso saranno soggetti a delle sconfitte, che sia per nemici troppo forti o avarie del Jurassic truck. Nessun nemico poi, ci tengo a riportare in questo testo, appare ridicolo o completamente idiota come un Team Rocket dei Pokémon o altri trio di scagnozzi imbranati come siamo stati soliti vedere decisamente in troppi cartoni o anime.
Analizzate le battaglie, si passa ora a parlare delle sotto trame. Sono numerose e per alcune viene concessa un minimo di sviluppo, mentre altre meritavano più approfondimento. Tra quelle che potrei citare ci sono la storia d'amore tra Tom e la ragazza primitiva Keira, iniziata nella scorsa stagione; il rapporto tra Will e suo padre, dal quale cerca di ottenere attenzioni, invano; la rivalità che nasce tra i Dinofroz e il ragazzo primitivo Genno e il suo gruppo. E molte altre, alcune delle quali riguarderanno pure i draghi. Ce n'è per tutti, insomma.
GIUDIZIO FINALE: Dinofroz-Dragon's Revenge è un cartone animato umile che è riuscito a guadagnarsi, da parte mia, una piena sufficienza, nonostante alcune carenze, grazie ad un minimo di volontà narrativa e caratterizzazione.
Attendo ora l'arrivo della terza stagione, sperando possa dimostrarsi la migliore fra tutte.