Brace yourselves: verbal diarrhea incoming!
Auster ha scritto:Mi pare molto più squallido ciò che ha fatto Twilight Sparkle, di tentare a tutti i costi di mettere in pericolo le proprie amiche pur di trovare un problema di cui parlare nella propria lettera settimanale, infischiandosene dei propri rapporti con le altre e del minimo sindacale di buonsenso necessario per non farti prendere a legnate da chi ha un po' di sale in zucca.
Che dovremmo dire di lei, che dopo una stagione a scrivere lettere su cosa è stato imparato sull'amicizia se ne fa questa uscita? Altro che problemi.
Sicuramente. Tuttavia: A) Lesson Zero era un episodio molto "folle", un feeling un po' come quello del Pinkie Sense in cui a differenza di altri episodi se ti cade un pianoforte in testa non ti fai niente e B) lei è arrivata a cercare di mettere zizzania fra tre amiche per causare un litigio da risolvere. Pessimo atteggiamento, ma arrivato dopo un totale breakdown psicologico, per Dash questi comportamenti sono all'ordine del giorno.
Qui invece Rainbow Dash si è messa addirittura a giocare sulla vita dei pony: non vedremo mai un pony morire, è ovvio, pure in questo episodio il terrore delle vittime del disastro di turno non può che lasciare intendere che sì, se non blocchi la carrozzina o se non salvi il poveraccio sulla mongolfiera che sta precipitando, beh, shit is gonna happen. E per osmosi il joke "bah, ho ancora 10 secondi buoni prima che si schianti al suolo, ci scappa tranquillo un altro autografo" assume un rilievo ben differente.
Auster ha scritto:Il discorso sull'imparare una lezione da un episodio all'altro lascia il tempo che trova, perché tu dai per scontata una continuità tra le puntate che in realtà è solo apparente.
La loro struttura è di eventi autoconclusivi separati tra loro cronologicamente. Ci sono ogni tanto dei riferimenti ad altre puntata, ma sono saltuari e al servizio della trama. Difatti laddove non sono necessari (come Owlowiscious che non ricompare fino ad una puntata apposta per gli animali domestici) non compaiono.
La continuità degli espedienti è sicuramente del tutto schiava della miniplot del giorno. E sicuramente non c'è alcuna intenzione di costruire una continuità vera e propria come in serie ad episodi non autoconclusivi, mi pare
ovvio. Ma che alcuni pony rispetto ad altri siano cambiati nei loro atteggiamenti in TUTTI gli episodi è egualmente evidente; che fosse stato pianificato, che sia capitato perché semplicemente gli sceneggiatori ci sono arrivati fisiologicamente senza manco programmarlo, che sia un risultato figlio della virata su altri personaggi ed un diverso sistema di storytelling più individuale della S2 per evitare ripetizioni ben poco cambia ai fini di questo discorso.
In tutta la prima metà ed oltre della S1 Fluttershy era mostruosamente autistica, poi man mano (che sia stato, ripeto, programmato o semplicemente perché un bel gioco dura poco, cambia nulla) è diventato normale vederla andare per conto suo persino nella Everfree Forest. Anche in Green isn't your Color, in cui riprende come centrale la sua timidezza per fare le gag, così come avevano fatto all'ennesima potenza nel Dragonshy di mesi prima, è talmente meno impedita della prima metà della stagione che sì non gradisce i riflettori, pure stringe i denti ed affronta il palcoscenico. Non ha più bisogno ormai (perché la storiella è stata già narrata appunto in Dragonshy) di essere messa di fronte al suo problema, vivere una catarsi, e da quella trovare il coraggio per farlo: lo trova da sola senza bisogno che ciò sia narrato.
Sono io stesso dell'idea che questo sia più un effetto collaterale di semplice buona sceneggiatura che evita di ripetersi anziché di un progetto di coesa continuity, ma il risultato è quello: il personaggio appare cambiato, cresciuto, ed avere avuto un development caratteriale.
Lo stesso accade a Twilight, che dopo aver ormai svolto il suo ruolo della tematica dell'awkwardness sociale man mano appare sempre più a suo agio (sino al punto di essere impositiva) nei suoi rapporti con le amiche. Di nuovo, non è tanto un progetto di continuity (per quanto, se ve ne deve essere uno, sicuramente sarebbe su Twi che è la teorica protagonista), quanto il risultato del fatto che ormai quell'argomento è stato affrontato più volte, e si è passati ad altro.
Per svariate ragioni questo non è accaduto con le altre. Alcune perché prive di una tipologia di personalità e ruolo nello show che ben si sposi con un evidente development: Pinkie che non può che rimanere la solita fonte di nonsense, AJ che al contrario è da sempre la più matura ma a parte quello non ha caratteristiche di gran spicco o molto stereotipate, e c'è poco da cambiare: è sempre lei e questo non appare come ripetitivo; ma in un certo senso anche Rarity, essendo i suoi "problemi" caratteriali strettamente legati ai suoi comic relief.
Rainbow perché, secondo me, gli sceneggiatori non sono stati capaci di gestirla al meglio. Non è previsto che debba avere un chara development nel senso tradizionale del termine, chiaro, ma fra il fatto che i suoi problemi caratteriali si ripetono sempre nella stessa identica maniera (con lei sì, forse proprio perché così iconografica e pony-meme per antonomasia si sono involontariamente legati le mani) e che alcuni se li sono proprio persi per strada, pur essendo un personaggio che per costrutto trovo che avrebbe dovuto mostrare la stessa evoluzione che hanno avuto le prime due questo non è accaduto e ciò me la fa apparire azzoppata.
Poi la puoi vedere come gradimento o meno nei confronti del tale personaggio (ma se ti sembra che io qui tessa le lodi di Twi e scarichi letame su Rainbow, tanto per dirne una per almeno tutta la S1 Twi mi è stata molto meno simpatica di Rainbow), ma qui io sto parlando di sceneggiatura e come questo poi si rifletta nei personaggi. Tutto il discorso, del resto, nasce dal: alt, piacere, sono Merryqualcosa Williams, vengo dal profondo Mississippi, il mi babbo lavorava nei campi di cotone, oggi ho scritto la mia prima sceneggiatura per MLP e mi dite che non ho capito una mazza dei personaggi: guardate che forse forse dal mio punto di vista quello che ho fatto far loro è comprensibilissimo; sicuri che abbiamo visto lo stesso show?
Auster ha scritto:Tu mi dici che Rainbow Dash s'è comportata male, alché ti rispondo che pure le altre si comportano spesso male per una ragione di struttura narrativa degli episodi.
Mi fai l'esempio dell'elemento della lealtà che non si comporta come tale e ti faccio notare in che modo -tutte- cadono vittima del proprio opposto, in questo caso perché volendo si tratta proprio del tema centrale degli episodi. [cut...]
Alt, alt, alt, e in che lingua debbo ripeterlo? C'ho solo AGGIUNTO che per di più era l'elemento della lealtà (e sì, lealtà all'inglese: to be loyal to someone it means you trust him completely) ad aver fatto quella sclerata, ma carognata lo era a priori

ed il problema non era che avesse fatto la carognata, ma che la carognata non fosse stata risolta: l'aveva passata liscia, gli sceneggiatori non si sono accorti di quanto carognata fosse.
E su tutto quel discorso ti davo perfettamente ragione, ho solo sterzato un attimo per ribattere negli esempi che hai portato di Rarity: ti sei incarognito su sti benedetti elementi che io ho citato marginalmente (sant'iddio non lo farò mai più! XD), ed hai ragionissima a dire che è sostanziale tematica dello show che talvolta i protagonisti agiscano all'opposto. Non però in quei casi su Rarity. In entrambi è stata proprio la sua generosità a scatenare la sequenza di eventi che ha portato allo sviluppo dell'episodio. Tutto lì, spezzavo appunto una lancia in suo favore e poi riprendevo la discussione dopo
Auster ha scritto:Con questo intendo dire due cose importanti, che si sostengono a vicenda: innanzitutto che personaggi più "difficili" come Rainbow Dash (che è la competitiva boriosa), Rarity (la vanesia superficiale) e in parte anche Applejack (quella più "passiva" perché a parte come sorella amorevole o lavoratrice stacanovista non ha avuto molte occasioni per parlare di sé in positivo) si trovano anche in condizioni sulle quali è complicato lavorare.
My point exactly. Io non ho antipatia per Rainbow Dash. Riscontro un problema di sceneggiatura e presentazione del personaggio e dico: se è così che si presenta e ripresenta, per me è compatibile con la psicologia dei personaggi che si comportino con lei in una certa maniera. Può non sembrare tanto naturale se si segue il filo narrativo di chi l'ha scritta sinora, ma dal punto di vista di una sceneggiatrice (la Williams è una lei, pardon per dove ho usato pronomi maschili, ma il nome di battesimo era poco esplicito

) nuova che si è guardata da spettatrice la serie, e questo è ciò che ha visto, mi sembra giustificabilissimo far reagire le altre nei confronti di quella che è la realtà che si trovano davanti, non nei confronti di quello che era il bozzetto originale del personaggio e dei rapporti fra le 6 amiche.
Anzi, in tal caso è probabilmente più coerente il suo punto di vista fresco ed unbiased rispetto a quello degli sceneggiatori che lavorano da sempre su quel bozzetto ed, almeno nel caso di RD, mi pare l'abbiano perduta un po' di mano.
Poi ha scazzato in pieno la sequenza narrativa, preferendo un "indovina chi è la puledra mascherata" ad un buildup più coeso, ma quello è appunto un errore di forma.
Auster ha scritto:Tu ritieni che Rainbow Dash abbia avuto ciò che si meritava perché rispetto ad altri personaggi è più stronza. Io dal canto mio la difendo a spada tratta perché ritengo invece che dietro la facciata da virago che si porta dietro per ragioni narrative abbia dimostrato altrettanto bene di essere una persona gradevolissima.
Al fatto che poi in Mare do Well il personaggio sia ancora più borioso del solito do la colpa allo storyboarder, che ne ha esacerbato il lato negativo, di fatto snaturando sia lei, che le protagoniste con una trovata un po' fuori dallo stile classico del cartone.
No, io ritengo che se vedo che Rainbow Dash deve per la quintordicesima volta imparare la stessa identica lezione, ed in tutti i casi precedenti non l'ha imparata con le buone, se scrivo che a sto giro le sue amiche ci vanno giù a testa bassa mi sembra credibilissimo.
Poi, ok, si è fatta probabilmente prendere la mano e la stessa forzatura del tema supereroico si è riflesso negativamente esacerbando anche il resto, ma diamine, non mi si venga a dire che
per quello che abbiamo visto accadere sinora è tanto strano che le sue amiche carine e coccolose le vogliano dare una lezione. Uno perché lo hanno fatto già in passato (e da lì i vari esempi di cui s'è discusso), due per quanto appena detto: è credibile. E' inusuale rispetto a come scrivevano gli altri sceneggiatori? Beh, affari loro, son loro che si sono lasciati sfuggire di mano il personaggio, io sceneggiatore lavoro su ciò che vedo, non su ciò che avevi in testa tu l'anno scorso e non sei riuscito ad esprimere appieno.
Auster ha scritto:Stessa cosa riguardo all'utilizzo del supereroe come pretesto narrativo. Io lo trovo un escamotage che poco o niente c'entra con lo spirito classico del cartone, tu il contrario. E vabbè, a ciascuno il suo.
Uh, no, a me fa cagare a railgun il supereroe in MLP. La trovo una vaccata e come te non mi piace molto se MLP diventa troppo stile Warner. Ma scrollo le spalle e me lo gusto comunque perché so che c'è a chi piace quel genere di riferimenti e parodie, il mio momento di gloria l'ho avuto la settimana prima con Apocalypse Now, e variare non fa mai male.
Auster ha scritto:E allora potremmo parlare della dubbia eticità di Rarity che utilizza il suo spasimante Spike come un oggettino da sfruttare quando se ne ha bisogno per poi gettarlo via con disprezzo appena non serve più, perché tanto "non gli fa male". Però nessuno s'è mai lamentato.
A dire il vero, pure quello è un notevole strafalcione degli sceneggiatori. Viene sempre gestito sotto il tono della comicità e raramente in momenti "seri" della narrazione, quindi è relativamente raro percepirlo come un effettivo problema, pure de facto hai ragionissima ed il problema ci sarebbe, ma si sono legati le mani da soli e difficilmente potranno mai affrontarlo. E' l'unico interesse di natura romantico/sessuale di un cartoon altrimenti del tutto asessuato, e praticamente una mina antiuomo per chiunque osasse volerlo elaborare o risolvere.
Auster ha scritto:E per Rainbow Dash mi sento più d'accordo con Grifen, che sostiene che il suo caratteraccio -criticabile quanto lo si vuole- non annulla a priori il fatto che effettivamente lei abbia buon cuore, ma è in quel modo per rendere più solida la sua personalità da maschiaccio.
Semplicemente, per me, non hai capito ciò che intendevo io e ti sei impuntato sull'idea che a me stia sulle balle Rainbow e punto. Che non è assolutamente vero: io descrivo il personaggio perché è quello ciò che vediamo, ed è del comportamento dei personaggi che si sta discutendo, ma il soggetto sono le sceneggiature, non i pony immaginari di per sé (e così rispondo anche a Pony Tail

)